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Le lame sono fenomeni carsici caratteristici delle Murge, originati dall’azione erosiva esercitata dalle acque superficiali nella roccia calcarea. Esse, ancora oggi, assicurano il deflusso delle acque che, dopo la pioggia, scorrono come torrenti dalle colline murgiane al mare, dopo aver attraversato la vasta pianura olivetta (cartello pubblicitario Parco delle Dune).

Il deflusso delle acque, in alcuni tratti, si verifica liberamente, in altri tratti allargandosi nel terreno circostante. Col passare del tempo, è stato contenuto dall’opera dell’uomo mediante muretti a secco o scavi nella roccia.

 

Le lame non sono tutte uguali. Ognuna si distingue dalle altre per la lunghezza, la conformazione del terreno, la vegetazione spontanea che col tempo si è sviluppata e il tipo di coltivazione che in alcune di esse viene praticata.

Nelle lame si possono individuare le seguenti zone:

 

Lame del territorio di Ostuni

Le lame elencate qui di seguito sono state ordinate secondo un viaggio ideale che parte dal confine con il territorio di Fasano e prosegue fino al confine con il territorio di Carovigno.

Suggerimenti per la salvaguardia e la valorizzazione delle lame del territorio di Ostuni

Le lame del nostro territorio costituiscono un patrimonio inestimabile, che non tutti conoscono, che va protetto e valorizzato per rendere possibile la fruizione, dal punto di vista turistico, di queste autentiche meraviglie.

Le lame non sono tutte uguali. Variano per lunghezza, larghezza, conformazione del terreno, vegetazione spontanea che via via si è sviluppata, tipo di coltivazione che viene praticata in alcune zone, presenza di antiche grotte.

In ogni lama è presente il corso d’acqua proveniente dalle colline murgiane. Esso non sempre è visibile, perché la fitta vegetazione spesso lo nasconde, ma termina sempre in un tratto della costa del mare Adriatico.

I suggerimenti per rendere fruibili le lame sono di ordine generale e puramente indicativi; inoltre possono variare per ogni lama anche perché molte lame appartengono a proprietari diversi.

Per non alterare le loro caratteristiche è indispensabile che ogni intervento sia preceduto da un progetto, in deroga ai vincoli esistenti, redatto da tecnici competenti della materia e approvato da organismi istituzionali.

Le associazioni ambientalistiche sapranno certamente giudicare il progetto con obiettività e spirito di promozione e di sostegno.

Sarà indispensabile, inoltre, un controllo severo e continuo durante la fase esecutiva dei lavori.

Elenchiamo qui di seguito alcuni suggerimenti da tenere presenti, sia nella progettazione degli eventuali interventi che nella loro realizzazione.

  1. Prevedere una strada sterrata larga circa 3 metri che segua la linea generale del corso d’acqua per le attività di servizio e per le passeggiate turistiche. Lungo il bordo stradale si potrebbero sistemare dei sedili di pietra locale e dei bassi pali per l’illuminazione.
  2. Tenere i corsi d’acqua liberi da sterpaglia e bassa vegetazione invadente, per favorire il naturale deflusso dell’acqua ed evitare allagamenti.
  3. Scavare un pozzo di acqua di falda freatica e interrare lungo il bordo stradale un tubo resistente alle alte pressioni per il trasporto dell’acqua che dovrebbe servire a:
    1. Spegnere eventuali incendi;
    2. Irrigare le piante
    3. Abbeverare, istallando appositi contenitori, la fauna stanziale locale in via di estinzione (mammiferi, uccelli, rettili) e la fauna di transito.
  4. Innestare gli olivastri e i perastri che abbondano in parecchie lame, utilizzando le varietà locali. Per l’olivastro preferire le varietà da tavola, da concia e da salamoia; per il perastro le varietà San Giovanni, Ingegno, Regina, Gentile, Recchia falsa, Spatone.
  5. Incrementare, dove c’è qualche radura o zona seminativa, le piante da frutto già esistenti e introdurre nuove varietà, preferibilmente locali, in via di estinzione: fico d’India (le varietà tardive), nespolo, melocotogno e altre. Per quanto riguarda la coltivazione del fico preferire le varietà esistenti: la Petrella e la Dottalà e reintrodurre le varietà completamente scomparse: Gattaiola, Incalzi, Fogna, Monaca, Paradiso e Natalegna.
  6. Prevedere la realizzazione di un piccolo orto botanico con laboratori didattici e visite guidate per far conoscere, specialmente ai giovani, le piante del territorio di Ostuni e potenziare la fruizione di questa risorsa economica che potrebbe essere un volano occupazionale per la nostra zona.
  7. Etichettare le piante forestali e da frutta con etichette in legno o plastificate. Ogni etichetta dovrebbe contenere il nome scientifico della pianta, il nome comune ed eventualmente il nome dialettale.
  8. Realizzare una strada periferica, dove è possibile, a doppia corsia, una per il maneggio di cavalli e asini e una come pista ciclabile. Le due corsie potrebbero essere separate da una banchina con al centro una siepe di oleandro, leccio o mirtillo.
  9. Creare un punto vendita di prodotti locali: fichi secchi (semplici, zuccherati o mandorlati), olive da tavola, capperi, mandorle, olio, vino, latticini vari e quant’altro si produce nel territorio. Si potrebbe utilizzare allo scopo qualche antica grotta, previo opportuno restauro. Da prevedere anche l’abitazione di un custode e la realizzazione di un parcheggio da ubicare all’ingresso della lama.
  10. Indispensabile, all’inizio del parcheggio, l’istallazione di un cartellone con la planimetria dell’intero territorio di Ostuni in cui siano evidenziati boschi, masserie, chiese rurali, ville, santuari, cave, trappeti ipogei e moderni e tutto quello che può essere interessante per il visitatore.